Un mondo di tariffe

L’ulteriore avvitamento della guerra commerciale Usa-Cina colpisce soprattutto beni di consumo

.

Stati Uniti Mercati esteri Incertezza Guerra commerciale Congiuntura Internazionale

Accedi con il tuo account per utilizzare le funzioni stampa migliorata (pretty print) e includi articolo (embed).
Non sei ancora registrato? registrati!

Nel corso del mese di agosto si è assistito ad un drastico avvitamento delle guerra commerciale Usa-Cina. Le ripetute minacce del presidente Trump di un’ulteriore estensione delle tariffe esistenti verso il partner cinese si sono infatti concretizzate in due provvedimenti tariffari, a cui si è accompagnata la risposta del partner cinese.

Per avere una visione d’insieme delle misure tariffarie americane in vigore nei confronti di Pechino, ricapitoliamo i provvedimenti in essere prima dell’ultima escalation tariffaria [1] :

  • le prime due azioni tariffarie nei confronti della Cina risalgono all’estate 2018. Tra luglio e agosto dello scorso anno, infatti, l’amministrazione Trump aveva colpito circa 50 mld$ di import cinese con dazi del 25%;
  • alla fine di settembre 2018, l’amministrazione americana aveva poi annunciato l’introduzione di tariffe del 10% su un valore totale di 200 mld$ di importazioni cinesi;
  • infine, con la rottura della tregua commerciale nel maggio 2019, l’aliquota introdotta a settembre 2018 a danno di 200mld$, ha subito un aumento dal 10% al 25%.

Il 13 agosto l’amministrazione americana ha inoltre formalizzato l’azione verso ulteriori 300 mld$ di import cinese attraverso il ricorso alla sezione 301 del Trade Act del 1974 (Action to facilitate positive adjustment to import competition). Il provvedimento prevede che l’applicazione tariffaria ai danni dell’import made in China si divida in due tranche:

  • la prima tranche di tariffe, entrata in vigore lo scorso 1 settembre, interessa circa 112 mld$ di prodotti cinesi;
  • la seconda tranche di dazi copre ulteriori 160 mld$ ed entrerà in vigore dal 15 dicembre.

In base alla stesura originaria del provvedimento, l’aliquota tariffaria era stata fissata al 10% in entrambi i casi. Tuttavia la controffensiva cinese, su un valore di 75 mld$ di import americano, ha portato l’amministrazione americana ad aumentare sin da subito l’aliquota dal 10% al 15%. Inoltre, i 250 mld$ di prodotti colpiti nel 2018 potrebbero subire un aumento di aliquota dal 25% al 30% a partire dal 1 ottobre.

Il grafico permette di riassumere lo status quo delle azioni tariffarie americane ai danni delle importazioni di prodotti cinesi.

Graf. 1: Percentuale di importazioni USA dalla Cina oggetto di tariffe

Fonte: dati ExportPlanning.

Risulta evidente come le nuove azioni tariffarie andranno a colpire principalmente beni destinati al consumo, che le precedenti azioni tariffarie avevano per larga parte escluso. In modo particolare, le categorie più fortemente colpite dai provvedimenti americani risultano essere quella dei prodotti finiti per la persona, dei beni per la casa e degli strumenti e attrezzature ICT.

Graf. 2: Principali prodotti cinesi oggetto dell'azione tariffaria USA del 1 settembre 2019

Fonte: dati ExportPlanning.

Tuttavia, se l’azione di settembre si è concentrata nel colpire principalmente il comparto del sistema moda e sistema casa insieme a televisori, impianti audio e videocamere, la lista di dicembre ha invece previsto un’azione più massiccia su telefoni cellulari, per il momento ancora esenti, e computer. Le tariffe in vigore da dicembre colpiranno, inoltre, oggetti tipicamente acquistati in prossimità di festività natalizie come giocattoli e addobbi per le feste.

Graf. 3: Principali prodotti cinesi oggetto dell'azione tariffaria USA del 15 dicembre 2019

Fonte: dati ExportPlanning.

La risposta del governo cinese alle tariffe americane è stata tuttavia moderata. Dal 1 settembre, infatti, Pechino ha previsto un incremento delle aliquote in vigore su 30 mld$ di importazioni americane già precedentemente colpite, mentre solo dal 15 dicembre scatterà un’estensione del paniere di beni americani oggetto di dazi per un valore totale di circa 45 mld$.
Molti commentatori credono che tale mossa possa favorire il dialogo tra i due fronti. Tuttavia le prospettive in merito alla guerra commerciale Usa-Cina rimangono ancora fortemente incerte, date le azioni difficilmente prevedibili dell’amministrazione Trump[2], e di conseguenza le minacce sulla crescita globale e sul commercio internazionale si fanno via via sempre più rilevanti.


[1] Per un approfondimento si rimanda all’articolo Il deficit commerciale USA dopo la guerra commerciale di Trump
[2] Per un approfondimento si rimanda all’articolo Una recessione mondiale causata da Trump?